Bypass ed ex Sloi, i comitati rilanciano. C’è il docu-film.
by Marika Giovannini
TRENTO. I comitati contro la realizzazione della circonvallazione cittadina non mollano la presa. E, anzi, rilanciano: è pronto infatti il documentario-inchiesta realizzato dalla Rete dei cittadini per Trento. «Bypass quale futuro» il titolo del documentario realizzato da Massimiliano Folgheraiter, con la collaborazione di Claudio Geat, Manuela Guidolin, Martina Margoni, Andrea Maschio, Giorgio Pedrotti, Mario Perghem Gelmi e Paolo Zadra. Un film che approfondisce, ancora una volta, gli aspetti critici dell’opera che nei prossimi anni interesserà il capoluogo.
Opera che da tempo crea dibattito. E non potrebbe essere altrimenti: l’intervento, collegato al potenziamento della linea ferroviaria Verona-Fortezza e al tunnel di base del Brennero, sposterà i treni in galleria sotto la collina est, con ingresso nella zona di via Brennero e uscita a ridosso delle aree agricole di Mattarello. A nord, il passaggio della circonvallazione porterà alla demolizione di alcuni edifici: uno dei nodi che, in questi mesi, ha infiammato la polemica, con striscioni anti-bypass che sono comparsi su molte abitazioni della zona di San Martino. Ma a preoccupare i comitati è anche il coinvolgimento delle aree inquinate di Trento nord — ex Sloi e Carbochimica — tanto che sul possibile rischio ambientale della movimentazione del piombo tetraetile è stato presentato anche un esposto in Procura. Temi, questi, condivisi anche dalle associazioni ambientaliste. «Per quanto ci riguarda — sottolinea la presidente di Italia Nostra Manuela Baldracchi — ribadiamo la nostra critica rispetto al percorso attuale del bypass». Secondo Italia nostra, in sostanza, «è indispensabile che l’uscita a nord venga spostata oltre la tangenziale». Quindi ancora più a nord. «Non è possibile — è la posizione dell’associazione — per salvare una parte di città distruggerne un’altra». Non una questione secondaria, questa, per Italia nostra: «Sulla galleria in sinistra Adige — ricorda Baldracchi — siamo possibilisti, ma con questa richiesta dello spostamento a nord dell’uscita. Altrimenti meglio l’opzione in destra Adige». Anche se quest’ultima possibilità sembra ormai sfumata, per tempi e procedure.
E se su Trento nord l’attenzione di comitati e associazioni rimane alta, a intervenire è anche il consigliere comunale di Onda Civica Andrea Maschio. Che sposta l’attenzione sul disinquinamento delle rogge presenti fuori dal sito di interesse nazionale. «Troppo — scrive Maschio in una proposta di mozione depositata in queste ore — si è detto sulla necessaria bonifica completa delle aree inquinate di Trento nord. Ma ora ci può essere un piccolo intervento del Comune a favore di una parte delle rogge inquinate, di proprietà comunale, che se lasciata lì potrebbe inficiare il lavoro e gli sforzi tecnici ed economici che si stanno per affrontare». Il consigliere punta l’attenzione sulla roggia primaria «che passa intubata davanti al Magnete», «che non evidenzia rischi ambientali visto il suo confinamento ma che potrebbe per dilavamento in casi eccezionali portare l’inquinante a valle fino a farlo scaricare in acque libere». La richiesta è di stanziare 1,5 milioni nel bilancio per bonificare il tratto intubato.